In una giornata così importante per i diritti delle donne, vogliamo riproporvi una delle prime interviste fatte a Silvana Aguzzoli, fondatrice, insieme alla famiglia Melloni, della nostra azienda.
LA “ME-CART” DI UNA MANAGER IN GONNELLA E LE SUE ULTRASECOLARI RADICI
Nel nostro peregrinare in veste di cronisti tra le aziende di Cavriago, oggi finalmente abbiamo incontrato una donna “in carriera”: la signora Silvana Aguzzoli, artefice in prima persona con il marito ed il cognato della costituzione e dello sviluppo dello scatolificio ME-CART di Via Pozzo Piola (allora sede dell’azienda).
La signora Silvana, nella sua fanciullezza, frequentava con profitto la scuola di avviamento commerciale “Filippo Re” di Reggio Emilia, non pensava certamente che nella maturità sarebbe diventata una capace, intraprendente, coraggiosa dirigente di un’azienda industriale.
Così invece è stato. La mano del destino l’ha accompagnata, giovanissima, nella famiglia Melloni di Via Guardanavona, “i soiér”, presso l’antica fabbrica dei mastelli in legno.
Lei, figlia di contadini, non ancora ventenne si trovò subito immersa nei problemi di un’attività artigianale – quella degli imballaggi in legno – fiorente nel lontano passato ma in declino negli anni sessanta.
La svolta nel 1966
Agli inizi degli anni sessanta agli imballaggi agli imballaggi tradizionali in legno ed alle ceste cominciarono ad affiancarsi le scatole di cartone. Fu subito una piccola rivoluzione produttiva. E qui troviamo i fratelli Leonardo e Luigi Melloni che, vedendo in questa innovazione un sicuro avvenire ed affiancati dalla signora Silvana costituiscono nell’aprile la nuova società ME-CART, lo scatolificio per la fabbricazione di imballaggi in cartone ondulato.
“La prima macchina l’abbiamo acquistata dalla ditta Bendazzoli di Verona – ci dice la signora Aguzzoli – stampava a due colori, praticava fori e maniglie e per il suo funzionamento richiedeva l’impegno di ben quattro persone.
Le prime scatole furono commissionate dal Salumificio Maletti, poi da Vellani di Modena, dalla SISE di Reggio e dal salumificio Leoncini di Lazise del Garda.
Fummo in seguito incoraggiati dagli ordini che ci provenivano dagli acetifici, dagli oleifici ed anche da notissime aziende come la Vetreria Padana di Revere, la Lombardini, e la Max Mara di Reggio e la Selene di Cavriago.
Gradualmente ma con metodo completammo la “catena” di lavorazione introducendo varie macchine sempre più sofisticate ed oggi possiamo affermare che utilizziamo per il nostro processo produttivo un impianto ad alta tecnologia razionale ed efficiente, decisamente all’avanguardia”.
Anche noi osserviamo con interesse la “catena” installata nel nuovo stabilimento di Via Pozzo Piola ed apprendiamo che questo impianto partendo dal cartone “sforna” in pochissimi minuti primi una scatola perfettamente tagliata, stampata e confezionata, pronta per essere spedita in grandi quantità alla clientela.
Visibilmente compiaciuta la signora Aguzzoli ci conferma: “che le nostre scorte di materie prime sono ridotte al minimo grazie soprattutto ai nostri fornitori che ci assicurano tempestive ed anche quotidiane forniture di ondulato”.
Le risorse umane
Mentre rileviamo che la ME-CART in questi anni ha decisamente “sfondato” – e la prova più evidente sta in un fatturato annuale di diversi miliardi, quasi sei, con un prodotto relativamente povero – la signora Aguzzoli interloquisce sottolineando che il merito non è tutto suo.
“Ho avuto una buona dose di fortuna, specialmente per le risorse umane che ho potuto impiegare nella nostra azienda. Prima di tutto i miei figli, che mi hanno aiutata ed ancora oggi sono attivi nella produzione.
Il rag. Alfredo mi cura l’amministrazione; Stefano dirige lo stabilimento di Rio Saliceto e con 6 operai cura la produzione di grosse e piccole confezioni con cartone speciale; Cristiano, diplomato ragioniere e studente alla facoltà di Economia di Parma oggi è stato investito della carica di Presidente – Consigliere delegato della società e mi affianca validamente nel mio lavoro di direzione; e, infine, la mia spalla destra è mia nipote Anna Baroni, moglie di Alberto figlio di Luigi, mio cognato oggi in pensione dopo tanti anni di lavoro in comune.
Questa è la “mia famiglia”. Poi certamente non ultimi, mi corre l’obbligo di ricordare il fedele capo fabbrica, Massimo Mediani, ottimo tecnico, nonché tutti gli altri impiegati, operai ed autisti che per brevità non cito per nome”.
Il seguente articolo è stato pubblicato sul periodico 23 Marzo, il 20 luglio 1992.